lunedì 19 ottobre 2009

L’Italia, farla e disfarla

La mia generazione tutta si dedico’ alla creazione dell’Italia unita ed e’ un mio dolore intenso scoprire che dopo 150 anni esiste nel governo italiano una importante forza politica che la vorrebbe di nuovo divisa.

Mi stupisce ancor piu' che a volerla divisa sarebbe quel Nord che dell’Unita’ a suo tempo si fece artefice.

E pur vero che i Milanesi non hanno mai amato il Regno Savoia. Se avessero potuto scegliere avrebbero da sempre preferito essere un Cantone della Confederazione Helvetica. Ma come attesta il nome della loro principale citta’, stanno nel bel mezzo dell’Italia Cisalpina, e quindi nella storia patria ci sono finiti di forza anche se controvoglia.

Trovo anche curioso che questa forza politica che ha fatto suo il vessillo della Lega Lombarda abbia contemporaneamente in odio la nostra amata Capitale, che chiama Roma Ladrona.

C’e’ in questa scelta un sottile significato che mi sfugge oppure si deve trattare di semplice ignoranza storica. Come si cogniugano una forza guelfa e l’odio per Roma.

Nel progetto secessionista della Lega Nord, c’e’ l’ammisione di una sconfitta e la rinuncia ad un ruolo protagonista. Una scelta campanilistica rovesciata rispetto alla storia. Questa Lega odierna combatte contro Roma e sceglie la sottomissione al Sacro Romano Impero, cioe’ al sistema economico tedesco. La Germania si riunifica e l’Italia si divide. Deve essere casuale che in Bavaria abbiano sempre apprezzato la Lega Lombarda sin dalla sua nascita. Cosi’ come ancora casuale deve essere stata la scelta della Lega di opporsi ad Air France ed essere invece favorevole ad una soluzione Lufthanza della crisi di Alitalia.

La Lega ammette che il Nord non e’ stato e non e’ capace di trasformare il Sud, di liberare tre Regioni dalla schiavitu’ della criminalita’ organizzata e di avviarne lo sviluppo economico. E con la proposta della secessione rinuncia a qualsiasi ruolo leader degli Italiani in Europa.

La Padania sognata dalla Lega avrebbe probabilmente la grande soddisfazione di sfoggiare un reddito procapite da primato, pari a quello dei cittadini del Lussemburgo. E parimenti la Padania sarebbe influente in Europa tanto quanto il bellissimo Granducato. 

Mi sovviene quella barzelletta che il nostro Re Vittorio Emanuele sempre raccontava in dialetto, di quel marito che volendo far dispetto alla moglie di proprio si taglio’ gli attributi mascolini. 

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