venerdì 9 ottobre 2009

Nobel per la Pace - Il premio al Presidente che formulo' la dottrina del "big stick"

Ero al termine della mia carriera diplomatica, quando nel 1901 assegnarono per la prima volta i premi Nobel. 
L'ultimo Premio Nobel per la Pace, che ebbi occasione di vedere assegnato, ando' nel 1906 al Presidente americano Theodor Roosevelt.
Una biografia singolare per un uomo di "pace".
Gia' da ragazzo era un appassionato di storia militare. Pubblico un suo primo scritto sulla Guerra Navale Anglo-Americana del 1812.
Grande esporatore, cacciatore indomito di bufali, orsi e uomini. Nel grande freddo del Nord Dakota si diletto' nella caccia ai fuorilegge, inseguendoli, catturandoli e avventurosamente consegnandoli alla giustizia.
Nel 1898, allo scoppio della Guerra Ispano-Americana si arruolo immediatamente nel Primo Reggimento Volontari a Cavallo. Unita' che divento' subito nota alle cronache di guerra dei giornali americani come i "Rough Riders". Si distinse in battaglia sino a meritare la nomina alla Medaglia d'Onore, che pero' non ricevette mai, dicono per questioni politiche.
Fu eletto Vicepresidente con William McKinley Presidente. Mckinley, al suo secondo mandato, fu assassinato nel 1901, per mano di un anarchico. La stessa tragica fine che era capitata in sorte al nostro povero Re Umberto I appena l'anno precedente.
I suoi colleghi del Partito Repubblicano erano preoccupati, data la fama di avventuriero di Roosevelt. 
Il nuovo Presidente si dimostro' subito coerente coniando la dottrina del "big stick", il grande bastone americano.
Aggressivo e spregiuticato, nel 1903 appoggio' la rivolta dei panamensi contro il governo centrale Colombiano. Il nuovo Stato che ne nacque', Panama, concesse per un secolo all'amministrazione americana il controllo del territorio nel quale fu costruito il canale. La distanza via mare tra San Francisco e New York si ridusse da 13.155 a 5.280 miglia marine.

Un grande risultato per l’economia americana, ma sicuramente non un esempio di "sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli".

Per quale motivo un Presidente cosi interventista riusci' a meritarsi il Nobel per la Pace.
Un esempio preciso di una motivazione "viziosa" che risulta in un'azione "virtuosa".
Il suo predecessore, il Presidente McKinley, aveva  notevolmente avanzato l'agenda americana nel Pacifico. Una penetrazione profonda con l'annessione delle isole Hawaii, e la conquista delle Filippine, strappate al controllo spagnolo e diventate colonia degli Stati Uniti. 
L'America continuava l'espansione ad Ovest, il Pacifico la sua nuova grande frontiera.
Gli Stati Uniti erano ora importanti stakeholders degli equilibri del Far East (piccolo retaggio linguistico europeo, dal punto di vista americano era il nuovo Far West).
Nel violento conflitto Russo-Giapponese per il controllo della Manciuria, intravide la possibilita' di consolidare la presenza americana nell'area. Spedi cosi un corpo navale di fronte alle coste cinesi (il big stick) e si propose come mediatore tra Russi e Giapponesi. Nel settembre dello stesso anno le due parti firmarono la pace. E lui vinse il premio Nobel. 

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